FIDAS News Ottobre 2022

Servono più donatori, e più giovani. Questo è il punto fermo da cui non può prescindere la nostra azione di volontari.

Una nota del Centro Nazionale Sangue, con i dati preliminari del 2021, evidenzia in maniera inequivocabile come la raccolta di sangue e plasma in Italia, sebbene in lieve crescita, risente ancora fortemente dei mesi di chiusure fra il 2020 e il 2021. La conseguenza diretta ed immediata di ciò è stata la grave carenza di emazie e di plasma che è imperversata per tutto il periodo estivo, dai primi di giugno sino alla fine di settembre.

La contrazione del numero dei donatori è costante dal 2012, quando se ne contavano circa il 5% in più, e con un’età media più giovane. Nel
2021 i nuovi donatori sono stati 267.949, in leggera crescita sul 2020, ma in netto calo rispetto a 10 anni fa (-9,6% dal 2012). Ecco allora che la nostra mission deve essere quella di creare una nuova cultura della donazione di sangue, che guardi fortemente ai giovani, i quali rappresentano il futuro della rete trasfusionale.

Non possiamo fermarci assolutamente nel nostro lavoro, dobbiamo continuare a dimostrare grande disponibilità e capacità organizzativa. Chi dona sangue dona una parte di sé: questo è il grande esempio di volontariato, altruismo e senso civico che siamo chiamati a dare ogni giorno.

Il nostro impegno deve essere sempre finalizzato a rispondere alle richieste e alle esigenze ospedaliere, ed oggi in maniera molto forte emerge la necessità di incrementare le donazioni di plasma. La donazione di plasma riveste un ruolo fondamentale nella cura di molte patologie croniche anche rare; molti disordini genetici possono essere trattati unicamente attraverso la somministrazione di plasma o sostanze da esso estratte, pertanto chi decide di donare il plasma offre la possibilità di salvare molte vite e di aiutare chi non ha un’alternativa.

Dal plasma vengono prodotti diversi medicinali plasmaderivati, alcuni dei quali rappresentano veri e propri farmaci “salvavita”. Il principale di questi prodotti è rappresentato dalle immunoglobuline, anticorpi purificati a partire dal plasma, essenziali per mantenere in vita pazienti affetti da immunodeficienze primitive, il cui sistema immunitario non riesce a produrre anticorpi. Le immunoglobuline sono usate in molte altre malattie come ad esempio nelle forme di neuropatie, gravemente invalidanti. Grazie alle immunoglobuline questi pazienti possono tornare a camminare e avere una vita normale.

Oggi, però, in questo settore abbiamo ancora tanta strada da fare. Basti pensare che il Centro Nazionale Sangue indica in 18 kg di plasma ogni 1.000 abitanti la soglia per l’autosufficienza e noi, come Regione, siamo ben lontani da questo traguardo con appena 11,2 Kg/1000 abitanti. Ecco perché è fondamentale non abbassare mai la guardia, ma anzi occorre impegnarci ancora di più affinché il periodo critico appena trascorso sia definitivamente alle nostre spalle ed il nostro apporto in termini di donazioni di plasma cresca significativamente.

Abbiamo ancora tanto lavoro davanti a noi, ma come dice Cesare Cremonini in una sua famosissima canzone “per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale”.

Emanuele Gatto